I piccioni non migrano

“Uno sproloquio sull’inciviltà”

Sono una persona pacifica, non mi è mai piaciuta come parola, ODIO, dichiara una rottura definitiva con qualcosa o qualcuno; ma purtroppo, quando la vita ti mette di fronte a così tanto marciume, non puoi fare altro, se non odiare la maggior parte di quello che ti circonda. Partendo appunto dal piccione, un volatile noto per essere sporco e portatore di malattie, nonostante ciò, non avevo mai odiato i piccioni, anzi a loro lego dei bellissimi ricordi. Ma dopo un anno a sopportare: lo loro scacazzate sul balcone, i soldi spesi per i dissuasori, i nidi, le uova, altra merda e l’aver perso i fili per stendere il bucato, beh… Tutti i bei ricordi vanno a farsi benedire e si instaura, quel brutto senso di sopportazione.

Qui nasce l’odio.

Mi è successo lo stesso con alcuni esseri umani, che finivo per definire piccioni, perché di umano avevano solo l’aspetto, ma col tempo ho capito che era un’offesa per il volatile incompreso. Quest’ultimo, se addestrato come altri animali, avrebbe più senso civico di certe persone. Questi soggetti umani, si discolpano rifacendosi al contesto socioculturale che li ha cresciuti, una specie di Anarchia, perché “così si fa qui da noi, oppure “si è sempre fatto così“. Questo slogan pseudo politico, si utilizza in diverse circostante, a partire dalla raccolta differenziata, passando per le strade fatte contromano, per finire all’acqua che sgorga indisturbata dai balconi sugli ignari passanti. 

È tutto un susseguirsi di novità sconvolgenti, che mi lasciano sempre esterrefatta, perché la mia mente non avrebbe mai immaginato situazioni così assurde, al limite del verosimile.

Quindi cosa si fa? Quando ti senti fuori posto nella tua “civiltà”?

Provare non dovrebbe nuocere, dipende dal soggetto in questione, se si trova uno spiraglio di lucidità in mezzo alla follia, si può aprire un dialogo e istruire a una civile convivenza.

E se fossero tutti sordi? Se non ci fosse uno spiraglio?

Speri che questi esseri migrino in un posto più consono, ma se hanno qualcosa in comune con i poveri piccioni è il fatto di essere stanziali, non migrano e quindi tocca a te… Restare e combattere contro l’inciviltà o migrare verso una società più consona.

Le Copertine delle mie Short Story, sono realizzate da mio marito: Arturo Squillace.

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