Fine di una stella mai ascesa

Caro James,

Mi spiace molto per quello che farò a breve, ma non ho altra scelta, sono stanco di lottare tra me e me, io sono più del mio personaggio. Il rammarico che provo in questo momento, si riversa sotto forma di lacrime, sui tasti della macchina da scrivere, che tu stesso mi hai regalato… Non volevo lasciare questa macchia sulla tua carriera, non è colpa tua, spero che la gente lo capisca; ho già messo in conto quanto sarò schernito, in ogni rivista o trafiletto dei quotidiani, ma solo tu, avrai tutto il peso del “dopo”. Sei stato un grande amico, oltre che un ottimo manager, senza di te non avrei mai assaporato, anche se per poco, il sapore della vetta.

Sarà stato anche questo, non pensi?

Uno come me, venuto dal niente, colpito dalla fama alla velocità della luce. Mi ha folgorato! E non parlo delle feste o dei gala, ne delle belle donne o delle droghe, ma della passione e l’adulazione che ho per il palcoscenico. Sono passati dieci anni, all’incirca, da quando è iniziata questa nostra avventura, ogni volta la stessa storia, – Vedranno la tua bravura! -, dicevi, ma puntualmente mi davano la parte del belloccio, stupido come una pigna; – Sei bravo, ma per adesso questo è il tuo ruolo. Arriverà la tua rivincita… -, non dimenticherò mai queste parole, me le ripetevi a ogni provino. Sono stato sballottato da una serie TV all’altra, poi le piccole parti nel cinema, ma ero sempre quello stupido. Lo sai, mi è sempre pesata questa situazione, non l’ho mai negata, eppure continuavo speranzoso, poi è scattata una molla in me, due settimane fa, qualcosa che si è palesata ai miei occhi, come fosse uno specchio, attraverso l’ultimo film. Quella mattina ero stato al cinema, guardavo le mie scene sullo schermo e non mi riconoscevo, non ero più me stesso, la mia recitazione era penosa, ero diventato quell’odioso personaggio. La passione che avevo si era spenta, non affievolita, ma estinta, forse si era ridotta nel tempo e non ce ne eravamo accorti. Tutto quello che desideravo, che avevo cercato di costruire nel tempo, non esisteva più.

Per cosa avevo lottato? Per me? Per te? Per l’arte?

Quando sono comparsi i titoli di coda e ho letto il mio nome, mi è stato chiaro, mi vergognavo di quello che ero diventato. Rientrato a casa, Jolly sembrava sentire il mio dispiacere e, per il bene di entrambi, siamo andati al parco. Stavamo passeggiando nei pressi del Japanese Garden, quando si sono avvicinate due ragazze, molto carine, mi hanno chiesto una foto e io ho acconsentito, poi, mentre una delle due era in diretta, mi ha chiesto di recitare una battuta dell’ultimo film, quella barzelletta stupida che fingo di non capire. Ho assecondato anche questa richiesta, non perché fossimo in diretta, sai che mi è sempre piaciuto instaurare un bel rapporto con i fan. Finita la barzelletta, lei mi ha deriso, era ancora in diretta quando ha detto, – È così bello, peccato sia altrettanto stupido! -. L’ho fatta davvero la figura dell’idiota, sono rimasto imbambolato con la bocca aperta, penso che a breve diventerò uno di quei meme, virali e assurdi. Non sapevo come reagire, temevo di scoppiare, che me la sarei presa con una completa sconosciuta, semplicemente perché non mi conosceva. Forse è stato anche questo a influire, nel tempo i media hanno alimentato quest’aura che mi portavo dietro e nessuno, forse neanche tu, si è mai veramente interessato a me come persona, anziché come attore. Scusami James, lo so che non è vero, tu sei stato il mio unico vero amico… Sono solo tanto arrabbiato, più con me stesso che con te. Vorrei essere più forte, ci ho provato in queste settimane, ho ripreso la terapia e i farmaci, ma continuo a chiedermi chi sono adesso; so che non reggerei, fuori dal palco non sono più niente, senza la mia arte non potrei vivere e non ne sono più degno. Il retro del foglio sta per finire, e io finalmente ho deciso come me ne andrò, indolore e senza spargere sangue, non voglio che ti venga un colpo quando mi troverai.

Ti prego, abbi cura di te e di Jolly, so che vi siete sempre piaciuti infondo.

Perdonami…

Con Affetto,

Darrell E. McGowan

Le Copertine delle mie Short Story, sono realizzate dal mio compagno: Arturo Squillace.

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